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Museo Archeologico. Da Dee a streghe: parole e simboli del passaggio
Serpe! Porca! Vacca! Isterica!
La maggioranza degli insulti diretti alle donne svelano la storia della demonizzazione della sacralità femminile perché indicano termini che prima erano sacri e poi sono stati trasformati caricandoli di negatività. Di questo passaggio linguistico e, prima ancora, concettuale ci sono molte prove nella storia e anche nella preistoria. Il maiale, ad esempio, prima di essere inviso dalla religione e trasformato in insulto, era considerato sacro e associato alle grandi Dee. Ci sono attestazioni di maschere rituali di maiale della cultura Vinca risalenti al 4,500 a.C, Iside era detta la scrofa bianca, Demetra e Cerere erano rappresentate con maialini in braccio e al complesso nuragico di Barumini sono stati recentemente ritrovati resti di maialini di poche settimane di vita collocati in nicchie deputate a chiaro scopo rituale per ingraziarsi la divinità.
Tutto ciò che nella religione naturale era sacro e potente, nelle categorie morali diventa impuro e malefico. Andava impostata la percezione che tutto ciò che era legato al culto della Dea venisse percepito come il male, trasformando la Grande Madre in una matrigna cattiva e la donna, da levatrice, medichessa, erborista, in strega, assassina, prostituta e amante demoniaca. Con questa immagine viene trascinata nell’oscurità e nell’oscenità qualunque manifestazione erotica e generatrice di vita. Il passaggio segna una perdita di cui paghiamo ancora le conseguenze.
Nel rovesciamento culturale patriarcale in cui ogni cosa sacra alla Dea diventa malefica, il maiale, così come la vacca, il serpente e molti simboli, è divenuto animale immondo e il suo nome è stato trasformato in termine offensivo.
Di questo passaggio ho parlato il 9 maggio al Museo Archeologico di Cagliari nel seminario Stelle, serpenti e maiali. Parole e simboli del passaggio dalla sacralità femminile alla sua demonizzazione con cui ho avuto l’onore di chiudere il ciclo di incontri al legato alla mostra Donna o Dea organizzata da White Rocks Bay.
La formula divulgativa che ho usato è stata anche questa volta di ricreare un’esperienza immersiva ed emozionale per unire la teoria alla pratica. Partendo dal presupposto che la parola crea, dopo il seminario ho condotto un laboratorio di scrittura rituale esperienziale. Considerando il potere generativo della parola secondo gli antichi insegnamenti (Abracadabra in aramaico significa “creo come parlo” ed esplica il potere che hanno le parole di condizionare la nostra mente e il mondo in cui viviamo) la scrittura può essere usata come un potente strumento di connessione con la vita che vogliamo realizzare. Accompagnando la scrittura da pratiche meditative e rituali, si può trasformare in un vero e proprio rito iniziatico e trasformativo per cambiare paradigmi e migliorare il rapporto con noi stess* e col mondo. Questa alchimia risveglia quelle percezioni legate all’intuito che sono proprie di quella sacralità femminile che richiede di essere riconosciuta e nutrita nelle donne così come negli uomini.
La scrittura come rito iniziatico è stata accompagnata dall’immersione sonora armonica vibrazionale di Roberto Konserva, compositore e performer di vibrazioni sonore ancestrali i cui suoni e strumenti sono stati parte integrante e profondamente significante del laboratorio.
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Foto di Federico Casti
Allestimento Sicci Creations | Abito Annatheis Boutique | Dolce rituale Il Giardino dei Piaceri
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