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Il rapporto tra cibo e sacralità

La consapevolezza del rapporto tra cibo e sacralità è antico perlomeno quanto lo è la nascita dell’agricoltura e, in particolare, la nascita della coltivazione dei cereali. In tutto il mondo si conserva traccia antichi culti in cui è chiara la consapevolezza che nutrire il corpo e nutrire l’anima erano considerate due funzioni che potevano fondersi nello stesso gesto nell’atto rituale sacralizzante.

Da una collaborazione nata col ristorante Manà Manà a Cagliari per il loro progetto “Percorsi d’arte, cibo e cultura per la riscoperta del riso sardo” ho ideato con la chef Stefania un menù su misura ispirato al racconto sulla Storia della sacralità femminile e il cibo. Ho scelto alcuni ingredienti legati a miti, incantesimi e leggende per accompagnare il racconto con cui ho presentato ogni piatto e far vivere un percorso esperenziale che portasse ad assaggiare le pietanze con la consapevolezza di quale storia e profondo significato avesse ogni ingrediente che era stato scelto. Il racconto ha avuto di per sé il significato magico di trasformare il gesto del nutrire il proprio corpo in atto sacro con cui nutrire la propria sfera emozionale. Così, se vi capitasse di assaggiare il Risotto delle Dee, l’Incantesimo al rosmarino o gli altri piatti che racchiudono il divino, ricordatevi le storie che qui sto per svelarvi perché la consapevolezza trasformerà in atto alchemico il vostro nutrirvi.

Il riso è stato il protagonista assoluto del percorso emozionale. e non potevo avere alimento migliore per esprimere il rapporto tra cibo e sacralità.

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La forma dei chicchi di riso, allungata o tonda, richiama lo Yin e lo Yang, gli opposti compenetrabili dell’antica filosofia cinese.L’uno rappresenta il femminile e l’altro il maschile. Immaginate di mangiarli assieme, fusi in uno stesso piatto profumato e gustoso. L’informazione che arriva alla mente e alla nostra sfera emozionale è quella di unione Tantrica del principio maschile Shiva e del principio universale femminile Shakty In pratica è come nutrirsi col concetto stesso di armonia. Mangiare con queste consapevolezze serve a capire come si possa nutrire lo spirito oltre al corpo con lo stesso gesto del mangiare. 

Anche il singolo chicco di riso in sé conserva entrambe le caratteristiche perché il germe del grano ha una forma tondeggiante e la funzione femminile di nutrire il chicco, lo accoglie, l’endosperma invece ha una forma allungata e fornisce energia.

Da qui è nato l’antipasto.

Armonia di Yin e Yang

Cous cous di riso (carnaroli e integrale) con verdure e ceci

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I riti magici delle streghe, che io preferisco chiamare curatrici, riprendono l’uso delle erbe. Qui sono racchiuse erbe sacre dagli effetti benefici e curativi di tipo fitoterapico, ma anche magico. Da qui abbiamo pensato di unirne diverse.

Mirto

È una pianta magica per l’amore e la fecondità, porta fortuna, l’infuso è afrodisiaco. Era una delle erbe di san Giovanni: il 24 giugno la tradizione magica vuole che si raccolgano delle erbe per gli amuleti e i rituali magici da prepararsi durante l’anno.

Salvia

purifica dalle energie negative

Artemisia

Erba delle donne. valido aiuto per le donne, grazie alla presenza dei flavonoidi contenuti nella pianta, infatti, regola il ciclo, facilita il parto e viene consigliata anche per contrastare i dolori mestruali. Il genere Artemisia comprende circa 350 specie, tra cui l’assenzio, erba delle visioni sciamaniche. Pieno nella Sella del diavolo, tempio di Astarte, dee antiche che univano il bene e il male: modelli di im-perfezione …. La perfezione si raggiunge non quando si assomiglia a un modello esterno a noi, ma quando si è pienamente se stess*

 Da questa fusione è nato il

 Risotto delle Dee

Risotto armonizzante Melissa, Fiori di Calendula, Mirto, petali di rosa, Salvia e artemisia i

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Nel racconto di erbe e sacralità non poteva mancare il rosmarino. Pianta di grande sacralità e potenza rende magico il luogo in cui è piantato creando connessione con la Madre Terra. Si dice che tenerne un rametto a casa protegga dagli incantesimi negativi. Da qui è nato

 Incantesimo al rosmarino

Quiche di verdure e rosmarino

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Per chiudere, ho pensato di dare spazio al mandorlo, simbolo della nascita e della resurrezione: infatti essendo il primo albero a sbocciare in primavera simboleggia la rinascita della Natura e il suo rinnovarsi dopo la morte apparente dell’inverno. Ancora più ricco di significati esoterici però è il suo frutto: la mandorla, simbolo del segreto che si svela rompendo il guscio che, rigido come una corazza, protegge il seme. Essendo nascosta, la mandorla incarna l’essenza spirituale, la saggezza, la sapienza. Ecco perché alcuni riti sacri prescrivono di nutrirsene. La sua forma ovoidale simile alla vulva la fa ricollegare simbolicamente alla matrice, alla fecondità, alla nascita primordiale dell’universo. La mandorla rappresenta uno spazio chiuso e protetto, uno spazio sacro separandolo dallo spazio profano. La mandorla mistica, o vesica piscis, indica una figura esoterica che deriva dall’intersezione geometrica di due cerchi con lo stesso raggio e rappresenta l’incontro e la compenetrazione di due mondi o dimensioni dell’essere: il conosciuto e l’ignoto, il materiale e l’etereo spirituale.

Maria Maddalena è chiamata anche la mandorla amara perché rappresenta la scomoda questio del femminino sacro. Da qui il nome che ho scelto per il dessert per chiudere il percorso col messaggio che vorrei lasciasse questo dolce: ritornare a nutrirci nel sacro femminile.

 

Delizia della Maddalena

Crema soffice con amaretti e pere sciroppate nel porto

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Grazie al Manà Manà Café Restaurant per aver accolto il mio esperimento di unire cibo e storia della sacralità femminile all’interno del progetto Cibo, arte e cultura alla scoperta del riso sardo, alla magnifica chef Stefania per aver saputo trasformare le mie idee e parole in cibi deliziosi, a Michela Atzeni per aver condotto così superbamente la serata e a Marcello Stara che con la sua azienda produce un riso eccelso a partire da quel Carnaroli integrale, unico e divino.

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